ETICA DELLA GIUSTIZIA, ETICA DELLA RETRIBUZIONE (IN MARGINE AD ALCUNE OPERE DI HOGARTH, GIOTTO E LORENZETTI)

Authors

  • Umberto Vincenti Facoltà di Giurisprudenza di Padova

DOI:

https://doi.org/10.34019/2448-2137.2011.17743

Abstract

In una repubblica bene ordinata si postula che i cittadini si impegnino attivamente per il bene comune: la res publica è affare di tutti e nessuno se ne può chiamare fuori per curare egoisticamente solo i propri interessi. Chi così si comportasse si macchierebbe (nel senso che la sua condotta sarebbe disonorevole) di “slealtà istituzionale”: non si può stare in societate e godere di tutte le utilità che derivano da questa partecipazione senza dare in cambio alcunché o cercando di dare (mala maiora vitanda) il meno possibile. Ovvio che la macchia si dipanerebbe se il cittadino coltivasse i propri interessi danneggiando direttamente la comunità di cui è parte: tale è il caso del funzionario dello Stato che si appropri di denaro pubblico. Una sorta di nemico pubblico è anche chi interferisca negativamente nella vita altrui (uccidendo, rubando, danneggiando ecc.), anche se qui la lesione dell’interesse pubblico (alla pacifica convivenza) si accompagna – ed è, forse, meno avvertita – alla lesione dell’interesse privato.

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Published

2018-08-14